Che cos’è l’Ansia?
Quando parliamo d’ansia ci riferiamo solitamente ad un complesso di reazioni, fisiologiche ed emotive, che si attivano in modo automatico di fronte a uno stimolo interno o esterno che la persona valuta come minaccioso.
In queste circostanze le reazioni fisiche attivate hanno tutte il fine di preparare l’organismo all’azione, ma saranno ovviamente esperite con modalità e intensità diverse a seconda di chi ne farà esperienza.
Ecco le più comuni:
- Batticuore e respiro accelerato (aumento di ossigeno al cervello e ai muscoli).
- Aumento della sudorazione (per raffreddare il corpo e favorire la fuga o l’attacco).
- Tensione dei muscoli, in particolare delle spalle e del collo, ma anche gambe molli/rigide (per un’azione rapida e vigorosa).
- “Farfalle nello stomaco”, stomaco chiuso, nausea (il cortisolo spegne il sistema digestivo per indirizzare energia all’attacco o alla fuga, il sangue viene prelevato dallo stomaco e inviato ai muscoli).
- Capogiri e vertigini, senso di svenimento (causati dall’aumento del rilascio di adrenalina e dall’aumento del livello di ossigeno).
- Mal di testa (causato spesso da contrattura e irrigidimento dei muscoli del collo, del cranio, delle spalle).
Quando l’ansia è fisiologica
Queste stesse reazioni fisiologiche si possono considerare assolutamente adeguate e funzionali quando, innescate da un pericolo cosiddetto “reale”, imminente e circoscritto (ad esempio un esame scolastico), favoriscono una risposta alla minaccia funzionale al suo superamento, inteso come miglioramento della prestazione.
Si potrà parlare in questi casi di ansia funzionale, “adattativa”.
Una certa quota d’ansia “moderata” è solitamente presente anche quando ci si trova di fronte a situazioni “nuove”, in tali casi, si rivela spesso utile e funzionale.
Se invece si scatenano reazioni fisiologiche ed emotive troppo intense rispetto alla minaccia “reale” la persona può sentirsi sovrastare da esse e non riuscire ad affrontare al meglio la situazione.
Quand’è che l’Ansia diventa un problema?
Benché l’ansia appartenga biologicamente alla natura umana, e sia una risorsa orientata all’adattamento, per alcune persone questa emozione può trasformarsi in un problema.
Quando si entra in ansia?
Entrare in uno stato d’ ansia è altamente probabile quando non riusciamo a dare un senso a ciò che proviamo, al terremoto emotivo e fisico che sentiamo dentro.
La percezione della realtà come imprevedibile, minacciosa in una persona che ha un’idea di sé come fragile può innescare il processo dell’ansia.
“Le nostre peggiori paure nascono dall’attesa.” Balzac
Cosa si intende per processo dell’ansia?
Il processo dell’ansia consiste nell’attivazione inconsapevole ed automatica di tutta una serie di reazioni fisiologiche ed emotive improntate ad affrontare un potenziale e grave pericolo.
Anche se si tratta di un pericolo immaginato, e non di pericoli “reali”, il nostro organismo si prepara comunque a reagire al meglio delle sue energie.
Ho sempre l’ansia
L’ansia può diventare un problema nel momento in cui da ansia “moderata” e transitoria, diventa intensa e ricorrente influenzando inevitabilmente la qualità della vita della persona.
Le persone che provano questo tipo di ansia cercano come meglio possono di gestirla, intervenendo soprattutto sui sintomi, ma tutto quello che fanno si rivela in realtà controproducente all’uscita dall’ansia. Oppure poco soddisfacente e duraturo.
Chi sta vivendo un forte stato ansioso è come si ritrovasse impigliato in una trama di sintomi fisici e pensieri negativi, una sorta di cortocircuito psicofisico, da cui è molto difficile uscire.
“Quando ho uno dei miei attacchi d’ansia è come entrare in un tunnel che non ha via d’uscita, mi sento stretta da una morsa potente, anche le cose più semplici della mia quotidianità come guidare la macchina, andare al ristorante con gli amici, sono diventate un’impresa da vincere.” Elena
La preoccupazione relativa alle sensazioni fisiche che si stanno provando evolve velocemente in preoccupazione rispetto a quello che potrebbe accadere (svenire, vomitare, morire) e alle conseguenze imprevedibili che questi eventi potrebbero avere nella propria vita e rispetto alla relazione con gli altri.
La preoccupazione della propria preoccupazione dà luogo a un circolo vizioso che non fa altro che esacerbare e aggravare i sintomi psicofisici dell’ansia.
In questo senso si può anche parlare di “circolo vizioso dell’ansia”.
Quali sono i Disturbi d’Ansia?
I cosiddetti disturbi d’ansia comprendono:
- l’ansia generalizzata
- il disturbo di panico con e senza agorafobia
- la fobia specifica
- la fobia sociale
- il disturbo ossessivo-compulsivo
- il disturbo post traumatico da stress
Questi disturbi oggi sono estremamente diffusi e condizionano pesantemente la qualità della vita di moltissime persone, che vivono intrappolate in una prigione da loro stessi costruita.
Come si può intervenire sull’Ansia?
La maggior parte delle persone che soffrono di disturbi d’ansia prima di rivolgersi a uno psicoterapeuta si è rivolta al Pronto Soccorso o a medici specialisti per curare i sintomi fisici dell’ansia.
La cura dei sintomi:
Le persone ansiose solitamente danno maggior rilievo alla parte corporea dell’ansia, piuttosto che alle componenti psicologiche ad essa strettamente legate. Tendono a concentrarsi e a preoccuparsi molto del malessere fisico avvertito come una spia d’allarme di un imminente catastrofe fisica o mentale, come qualcosa di assolutamente pericoloso, di cui liberarsene il prima possibile.
Agendo sui sintomi è possibile stare temporaneamente meglio. Con l’ansia moderata anche i rimedi naturali, un bagno caldo, una chiacchierata, l’attività fisica possono dare sollievo e in breve tempo. Ma se l’ansia si è estesa, se si è cronicizzata, i sintomi si ripresenteranno, finché non si agirà sulla parte profonda dell’ansia.
Quello che alimenta e fa spazio all’ansia è la poca consapevolezza di quello che accade in termini emotivi dentro di sè, cioè la difficoltà a riconoscere e sperimentare le proprie emozioni.
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Una persona che soffre di ansia fatica a rintracciare la causa del suo malessere:
Se in seduta si chiede a un paziente che ha avuto un attacco di panico come si è sentito in quel preciso momento è probabile che sia straordinariamente puntuale e dettagliato nel descrivere ciò che ha provato fisicamente e il timore di stare per morire o impazzire.
Ma che non riesca a spiegarsi come mai proprio in quel preciso momento si è sentito così male e che giudichi immotivato, improvviso e senza alcun senso il suo malessere. Come se fosse qualcosa di estraneo, di piombato addosso all’improvviso.
L’ansia invece non è mai immotivata, ha sempre un significato personale.
Anche se a volte difficile da recuperare.
Chi soffre d’ansia soffre molto:
- In parte perché nei momenti d’ansia sperimenta un malessere fisico intenso che non riesce a placare, e rispetto al quale si sente dolorosamente impotente.
- In parte perché per la paura di stare male si ritrova nel giro di poco tempo a vivere una vita piena di limiti autoimposti.
Spesso le persone che soffrono di ansia sviluppano nel tempo un Disturbo Depressivo, oppure soffrono di un disturbo depressivo associato allo stato d’ansia.
In questo senso si rivela importante intervenire precocemente affrontando quello che sta alla base di questa sofferenza e la mantiene nel tempo, per prevenire che il disturbo di cronicizzi.
La psicoterapia cognitiva: una cura a lungo termine
Sono moltissime le ricerche che attestano l’efficacia della psicoterapia (non sono riportate invece differenze significative tra i vari approcci psicoterapeutici) per il trattamento dei disturbi d’ansia.
Attraverso un percorso di psicoterapia cognitiva è possibile dare un significato alla propria sofferenza e riappropriarsi della propria vita.
I sintomi non sono altro che il segnale di un malessere che chiede di essere ascoltato.
Risulta molto efficace un percorso di psicoterapia cognitiva in quanto favorisce una maggiore consapevolezza emotiva e cognitiva rispetto al proprio modo di fare esperienza.
E’ un Primo passo:
Cercare di recuperare le emozioni e i pensieri che si sono persi dentro ai sintomi è un primo, fondamentale passo per uscire dall’ansia.
Attraverso la relazione e la supervisione dello psicoterapeuta il paziente ha la possibilità di sperimentare in seduta la ricchezza e la complessità del proprio mondo interiore fatto di pensieri ed emozioni sempre strettamente legati.
Sperimentando un maggior controllo e una maggior tolleranza dello stato d’ansia è possibile liberarsi dalla sofferenza e sentirsi nuovamente (o per la prima volta) protagonisti della propria vita.
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